Ma abbiamo davvero bisogno dei romanzi di paura?

AlessandraLegge

New member
7 Dicembre 2023
10
1
1
Lo chiedo con la massima sincerità possibile, ma davvero abbiamo bisogno dei romanzi di paura e dell'orrore? Sono come i film di questo genere per me: incomprensibili.

Non capisco proprio ne i libri ne i film, non ci sono abbastanza brutture al mondo da aggiungere anche questa tipologia di letture?
 
Quello che mi affascina nei libri di paura è la loro capacità di immergermi in mondi misteriosi e sovrannaturali, stimolando la mia curiosità innata per l'ignoto. È come aprire una porta segreta che mi conduce attraverso emozioni intense e adrenalina pura.

La lettura di storie spaventose è per me una sorta di viaggio emozionale, un'esperienza che va al di là della realtà quotidiana. Trovo intrigante la sensazione di confrontarmi con paure latenti e di esplorare territori emotivi che, nella vita di tutti i giorni, potrebbero rimanere in secondo piano.

In questo percorso, c'è una sorta di liberazione, una catarsi che mi permette di affrontare e superare ansie nascoste. Attraverso le pagine di un libro horror, posso esprimere e rilasciare emozioni intense, come se la paura stessa fungesse da chiave per sbloccare tensioni interiori.

Oltre all'aspetto personale, trovo intrigante anche la componente di sopravvivenza virtuale che molti di questi racconti offrono. Identificandomi con i protagonisti, posso sperimentare il brivido della sfida estrema e della lotta per la sopravvivenza, il tutto senza dover affrontare tali pericoli nella realtà.

Non è questa forse una delle motivazioni che ci induce a leggere? Sperimentare con la mente storie e sensazioni che nella vita reale non proviamo o proviamo in parte, la morte e le paure ad essa connesse sono un grande motore, un motore che ha mosso la nostra evoluzione per millenni.

Sbaglio?
 
Quello che mi affascina nei libri di paura è la loro capacità di immergermi in mondi misteriosi e sovrannaturali, stimolando la mia curiosità innata per l'ignoto. È come aprire una porta segreta che mi conduce attraverso emozioni intense e adrenalina pura.

La lettura di storie spaventose è per me una sorta di viaggio emozionale, un'esperienza che va al di là della realtà quotidiana. Trovo intrigante la sensazione di confrontarmi con paure latenti e di esplorare territori emotivi che, nella vita di tutti i giorni, potrebbero rimanere in secondo piano.

In questo percorso, c'è una sorta di liberazione, una catarsi che mi permette di affrontare e superare ansie nascoste. Attraverso le pagine di un libro horror, posso esprimere e rilasciare emozioni intense, come se la paura stessa fungesse da chiave per sbloccare tensioni interiori.

Oltre all'aspetto personale, trovo intrigante anche la componente di sopravvivenza virtuale che molti di questi racconti offrono. Identificandomi con i protagonisti, posso sperimentare il brivido della sfida estrema e della lotta per la sopravvivenza, il tutto senza dover affrontare tali pericoli nella realtà.

Non è questa forse una delle motivazioni che ci induce a leggere? Sperimentare con la mente storie e sensazioni che nella vita reale non proviamo o proviamo in parte, la morte e le paure ad essa connesse sono un grande motore, un motore che ha mosso la nostra evoluzione per millenni.

Sbaglio?
Tutto molto bello ed interessante ma proprio non ce la faccio, preferisco non esplorare per niente certe mie paure e/o proiezioni della mia mente. Anzi ti dirò di più ci vedo una certa dose di "malattia" in chi scrive certi romanzi...

Come se scrivere certe cose li salvasse da volerle fare davvero certe porcherie... Mi inquieta insomma sapere che chi ha scritto un determinato romanzo in realtà è un serial killer mancato.
 
Ciao a tutti!
Guarda, io adoro quei libri che ti fanno venire i brividi, sai? È come fare un giro sulle montagne russe delle emozioni, con ogni pagina che ti lascia ansioso di sapere cosa succederà dopo.

Mi diverto a farmi prendere dal panico, a sentire l'adrenalina che scorre mentre affronto le paure che emergono dalle pagine.
Sarò strana io? Può darsi! :unsure:🤭
 
Come se scrivere certe cose li salvasse da volerle fare davvero certe porcherie... Mi inquieta insomma sapere che chi ha scritto un determinato romanzo in realtà è un serial killer mancato.
Non l'ho mia vista sotto questo punto di vista sinceramente... Non penso però che lo scrittore di romanzi horror o comunque di paura sia una persona disturbata. Forse proprio perchè scrive delle peggiori abiezioni umane è una persona centratissima che riesce perfettamente a capire cosa è bene e cosa è male e descrive perciò perfettamente cosa è male.

Andrebbe chiesto a qualche gigante del genere qual'è la sua spinta nel raccontare il peggio della nostra specie. Se pensiamo comunque alla nostra capacità di farci la guerra non è difficile immeginare l'orrore di cui possiamo essere i perfetti artefici.
 
  • Mi piace
Reazioni: G.Baskerville
Non penso assolutamente che chi scrive certi tipi di romanzi sia necessariamente un deviato. Certo che se affrontassimo questo argomento con spirito lombrosiano uno come Stephen King non sarebbe affatto ritenuto rassicurante...
 
  • Haha
Reazioni: ParoleErranti
Lo chiedo con la massima sincerità possibile, ma davvero abbiamo bisogno dei romanzi di paura e dell'orrore? Sono come i film di questo genere per me: incomprensibili.
Probabilmente non ne abbiamo bisogno, non certo come abbiamo bisogno di mangiare ma pensandoci bene gli uomini da sempre si sono riuniti attorno ad un fuoco per parlare e raccontarsi storie di paura.

L'esorcizzare qualche evento traumatico o rielaborarlo sotto forma di racconto molto probabilmente è molto importante per noi come specie. Ci permette di crescere e progredire, ci permette di insegnare ai nostri bambini da cosa guardarsi e forse aver creato tutto un genere narrativo basato proprio sulla paura è proprio l'elaborazione di quei primi racconti espressi davanti ad un fuoco.

Potrebbe essere una teoria. Dico una sciocchezza?
 
  • Mi piace
Reazioni: Chiara De Luca
Probabilmente non ne abbiamo bisogno, non certo come abbiamo bisogno di mangiare ma pensandoci bene gli uomini da sempre si sono riuniti attorno ad un fuoco per parlare e raccontarsi storie di paura.

L'esorcizzare qualche evento traumatico o rielaborarlo sotto forma di racconto molto probabilmente è molto importante per noi come specie. Ci permette di crescere e progredire, ci permette di insegnare ai nostri bambini da cosa guardarsi e forse aver creato tutto un genere narrativo basato proprio sulla paura è proprio l'elaborazione di quei primi racconti espressi davanti ad un fuoco.

Potrebbe essere una teoria. Dico una sciocchezza?
Secondo me hai detto una cosa verissima. E' un'interpretazione molto calzante. Effettivamente pensare alle storie davanti al fuoco come struttura per elaborare e rendere di fatto innoqui degli avvenimenti anche tragici ha un senso.
Forse i libri di paura hanno la stessa valenza, senza il rischio di farti male impari a capire che ci sono anche storie terribili la fuori. Il racconto ti protegge rispetto al vivere davvero in prima persona.
 
Lo chiedo con la massima sincerità possibile, ma davvero abbiamo bisogno dei romanzi di paura e dell'orrore? Sono come i film di questo genere per me: incomprensibili.

Non capisco proprio ne i libri ne i film, non ci sono abbastanza brutture al mondo da aggiungere anche questa tipologia di letture?
È un genere, un filone e nemmeno il più abusato, alla fine.
Alcune pagine le trovo vere opere d'arte.
Per esempio, " La casa sull'abisso " di Hodgson la ritengo una perla universale e nemmeno isolata nel genere.
Dracula di Stocker, Carmilla, ce ne sono..
 
Ammetto la mia ignoranza @Feanor sul libro di Hodgson che non conosco assolutamente ma come darti torto su capolavori come Dracula o anche semplicemente un Guy de Maupassant o il il re degli horror King?

Sicuramente è un genere, io non lo frequento per niente devo dire, non perchè mi inquieta ma perchè nella lista delle mie letture è molto molto in basso nella scala delle mie priorità, ho già troppe pile di libri da leggere, capisco però anche il punto di vista di chi non è attratto dal genere per mere questioni di stomaco 😖
 
Ammetto la mia ignoranza @Feanor sul libro di Hodgson che non conosco assolutamente ma come darti torto su capolavori come Dracula o anche semplicemente un Guy de Maupassant o il il re degli horror King?

Sicuramente è un genere, io non lo frequento per niente devo dire, non perchè mi inquieta ma perchè nella lista delle mie letture è molto molto in basso nella scala delle mie priorità, ho già troppe pile di libri da leggere, capisco però anche il punto di vista di chi non è attratto dal genere per mere questioni di stomaco 😖
Sai, a volte si " confonde " lo splatter - non so se il genere esista anche come tale in letteratura - con tutto l'horror.
Poi, certo, siamo nei gusti.
Anche nel mio indice non è un genere particolarmente libidinoso, non più di altri di interesse, ma alcune opere sono da ammirare.
 
Probabimente il genere splatter, che di sicuro troviamo al cinema, non ha a che fare del tutto con il vero genere horror ma ne è solo una piccola branca, un figlio minore un po' indisciplinato e forse per questo viene confuso o associato al genere madre.

Certo è che ci sono persone che amano molto il genere horror e paura e che lo trovano molto stimolante, io dal mio canto non riesco ad essere serena e a parte sporadicissime incursioni nel genere non ne sento assolutamente nessuna attrazione. Non ci trovo niente di male ma se leggo è per cercare stimoli positivi non sensazioni di inquietudine o pensieri che mi fanno avere paura della mia stessa ombra quando la notte mi alzo per andare a bere o in bagno.

Sono fifona, lo so...
 
  • Mi piace
Reazioni: Feanor
Ma si, tanto, salvo rari casi, alla fine vincono sempre i buoni...
Se fossero buoni libri, attinenti alla realtà, per i buoni non ci sarebbe nessuna speranza. Purtroppo.

Forse è anche per questo motivo che non mi sembra che gli horror facciano grande presa tra quelli che stanno partecipando a questa discussione.

Che ci sia bisogno di meno orrore e più leggerezza? In questo momento il mondo è costellato di situazioni orribili ma a pensarci bene: quando non lo è?
 
Non lo so, è una teoria possibile: sono filoni narrativi, come ho scritto in principio di topic.
Galleggiano, in attesa dell'autore culto o da riscoprire.
Per paradosso, mi sembra, sono molto più vitali in tempi di tranquillità o conformismo.
 
L'orrore è dentro l'uomo, vi si annida da sempre, come il male, qualcuno legge queste storie perchè comunque solleticano una parte del proprio io, alcuni per tenere queste voci sopite altri per dargli una voce che altrimenti non avrebbe sfogo (per fortuna).

Alla fine comunque come ogni filone letterario ognuno sceglie quello che più gli aggrada, come le acconciature di capelli, i vestiti, i tatutaggi e tutto quello che ci rende diversi anche se siamo biologicamente quasi tutti uguali.
 
  • Mi piace
Reazioni: Feanor

Chi siamo

  • La nostra comunità esiste da molti anni e si è evoluta con il tempo. Da semplice luogo di scambio e vendita di libri, oggi cerchiamo di fare la differenza nel promuovere il valore della lettura, dello scambio e della diffusione di un'idea di cultura più ampio ed inclusivo possibile.

Quick Navigation

User Menu