L'altro giorno ho letto con piacere l'intervista fatta a Schmidt, direttore uscente degli Uffizi.
Ve la riassumo perchè era una bella intervista.
Schmidt riflette su otto anni di gestione del museo e discute vari aspetti relativi alla sua esperienza, alla riforma Franceschini, e ai cambiamenti attuati durante il suo mandato, sottolinea i risultati visibili della sua gestione, evidenziando i nuovi allestimenti e percorsi museali in più di 75 sale, che rendono gli Uffizi un museo dove si possono rivedere opere famose in un'atmosfera più tranquilla. Un importante miglioramento è stato apportato al sistema illuminotecnico, risolvendo il problema secolare della mancanza di illuminazione adeguata.
Esprime orgoglio per aver migliorato l'accessibilità del museo, rendendolo fruibile anche per chi ha disabilità motorie, sensoriali, cognitive ed emotive. Si evidenziano iniziative come libri tattili, corsi di Lingua dei Segni Italiana, e la collaborazione con funzionari delle soprintendenze ma rivela il suo rimpianto per non essere riuscito ad aprire il Corridoio Vasariano in occasione del trentennale della strage dei Georgofili. Problemi statici emersi durante i lavori di restauro hanno causato ritardi, ma l'apertura rimane un desiderio non realizzato.
Il direttore valuta positivamente la riforma Franceschini, sottolineando il successo nell'ottenere autonomia scientifica, organizzativa e di bilancio per i musei. Tuttavia, indica la mancanza di autonomia nelle risorse umane come un punto critico da affrontare, concorda sulla necessità di introdurre l'autonomia parziale sulle risorse umane per i musei, suggerendo modelli che coinvolgano gli uffici periferici e incentivino sopralluoghi e analisi del fabbisogno.
Schmidt respinge l'idea di rendere totalmente gratuiti i musei, sostenendo che la gratuità universale non è economicamente sostenibile. Sottolinea il ruolo gestionale del costo del biglietto, e critica la connessione flebile tra gratuità e accessibilità, difende il costo del biglietto degli Uffizi, suggerendo che, rapportato alle esperienze culturali complessive, è ragionevole. Sottolinea le varie scontistiche già esistenti e la possibilità di accedere gratuitamente per 15 giorni all'anno.
Schmidt parla dell'importanza della bigliettazione come fonte di introiti per i musei, evidenziando che gli Uffizi forniranno un aiuto di circa 10 milioni di euro ai musei "poveri" quest'anno. Sottolinea la possibilità di aumentare la quota del fondo di solidarietà al 25% o al 30% degli introiti di bigliettazione per favorire l'autofinanziamento dei musei.
Schmidt propone il consolidamento delle realtà museali attraverso raggruppamenti, come avvenuto con le Gallerie degli Uffizi e l'annessione della Galleria dell'Accademia ai Musei del Bargello.
Parlando degli Uffizi Diffusi, evidenzia il successo del progetto e la sua continuità sotto un nuovo direttore. Schmidt sottolinea l'importanza del rapporto con le comunità locali, menzionando iniziative educative, conferenze gratuite, e programmi per le scuole.
Parla inoltre della crisi della didattica museale negli anni Ottanta e dell'importanza di investire in programmi educativi.
Rispondendo alla domanda sulla gestione del turismo a Firenze, Schmidt sottolinea la collaborazione con operatori economici, guide turistiche e la Regione Toscana. Infine, affronta la questione del diritto d'immagine sui beni culturali, notando le differenze tra le leggi di diversi paesi e la necessità di trovare un equilibrio tra liberalizzazione e protezione.
L'intervista si conclude con la domanda su eventuali suggerimenti per il successore, e Schmidt risponde che li darà al momento giusto, sottolineando che ognuno dovrebbe portare prospettive proprie. Conclude dichiarando che, anche dopo il termine del suo mandato, manterrà la sua residenza a Firenze.
Quello che viene fuori da questa intervista è l'idea che una persona competente sia stata finalmente messa al suo posto e che le sue capacità oggettive di attrarre capitali e personalità abbiano giovato molto al sistema museale degli Uffizzi che io ricordo essere in stato pietoso e che nell'ultima mia visita anni fa ricordo essere caotico, sporco e veramente poco poco adatto ad accogliere turisti di mezzo mondo.
Voi che ne pensate di questo approccio moderno e della gestione sui cui quest'uomo ha improntato il suo lavoro?
Ve la riassumo perchè era una bella intervista.
Schmidt riflette su otto anni di gestione del museo e discute vari aspetti relativi alla sua esperienza, alla riforma Franceschini, e ai cambiamenti attuati durante il suo mandato, sottolinea i risultati visibili della sua gestione, evidenziando i nuovi allestimenti e percorsi museali in più di 75 sale, che rendono gli Uffizi un museo dove si possono rivedere opere famose in un'atmosfera più tranquilla. Un importante miglioramento è stato apportato al sistema illuminotecnico, risolvendo il problema secolare della mancanza di illuminazione adeguata.
Esprime orgoglio per aver migliorato l'accessibilità del museo, rendendolo fruibile anche per chi ha disabilità motorie, sensoriali, cognitive ed emotive. Si evidenziano iniziative come libri tattili, corsi di Lingua dei Segni Italiana, e la collaborazione con funzionari delle soprintendenze ma rivela il suo rimpianto per non essere riuscito ad aprire il Corridoio Vasariano in occasione del trentennale della strage dei Georgofili. Problemi statici emersi durante i lavori di restauro hanno causato ritardi, ma l'apertura rimane un desiderio non realizzato.
Il direttore valuta positivamente la riforma Franceschini, sottolineando il successo nell'ottenere autonomia scientifica, organizzativa e di bilancio per i musei. Tuttavia, indica la mancanza di autonomia nelle risorse umane come un punto critico da affrontare, concorda sulla necessità di introdurre l'autonomia parziale sulle risorse umane per i musei, suggerendo modelli che coinvolgano gli uffici periferici e incentivino sopralluoghi e analisi del fabbisogno.
Schmidt respinge l'idea di rendere totalmente gratuiti i musei, sostenendo che la gratuità universale non è economicamente sostenibile. Sottolinea il ruolo gestionale del costo del biglietto, e critica la connessione flebile tra gratuità e accessibilità, difende il costo del biglietto degli Uffizi, suggerendo che, rapportato alle esperienze culturali complessive, è ragionevole. Sottolinea le varie scontistiche già esistenti e la possibilità di accedere gratuitamente per 15 giorni all'anno.
Schmidt parla dell'importanza della bigliettazione come fonte di introiti per i musei, evidenziando che gli Uffizi forniranno un aiuto di circa 10 milioni di euro ai musei "poveri" quest'anno. Sottolinea la possibilità di aumentare la quota del fondo di solidarietà al 25% o al 30% degli introiti di bigliettazione per favorire l'autofinanziamento dei musei.
Schmidt propone il consolidamento delle realtà museali attraverso raggruppamenti, come avvenuto con le Gallerie degli Uffizi e l'annessione della Galleria dell'Accademia ai Musei del Bargello.
Parlando degli Uffizi Diffusi, evidenzia il successo del progetto e la sua continuità sotto un nuovo direttore. Schmidt sottolinea l'importanza del rapporto con le comunità locali, menzionando iniziative educative, conferenze gratuite, e programmi per le scuole.
Parla inoltre della crisi della didattica museale negli anni Ottanta e dell'importanza di investire in programmi educativi.
Rispondendo alla domanda sulla gestione del turismo a Firenze, Schmidt sottolinea la collaborazione con operatori economici, guide turistiche e la Regione Toscana. Infine, affronta la questione del diritto d'immagine sui beni culturali, notando le differenze tra le leggi di diversi paesi e la necessità di trovare un equilibrio tra liberalizzazione e protezione.
L'intervista si conclude con la domanda su eventuali suggerimenti per il successore, e Schmidt risponde che li darà al momento giusto, sottolineando che ognuno dovrebbe portare prospettive proprie. Conclude dichiarando che, anche dopo il termine del suo mandato, manterrà la sua residenza a Firenze.
Quello che viene fuori da questa intervista è l'idea che una persona competente sia stata finalmente messa al suo posto e che le sue capacità oggettive di attrarre capitali e personalità abbiano giovato molto al sistema museale degli Uffizzi che io ricordo essere in stato pietoso e che nell'ultima mia visita anni fa ricordo essere caotico, sporco e veramente poco poco adatto ad accogliere turisti di mezzo mondo.
Voi che ne pensate di questo approccio moderno e della gestione sui cui quest'uomo ha improntato il suo lavoro?
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